Papa Francesco: non c’è vocazione senza la missione verso gli ultimi



Papa Francesco  per la 60ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che si celebra domenica 30 aprile, il pontefice parla della risposta a una chiamata di fede. E racconta la sua nel 1953

Il Papa in Africa

QUI IL TESTO DEL MESSAGGIO

“Nel corso della nostra vita, questa chiamata, inscritta dentro le fibre del nostro essere e portatrice del segreto della felicità, ci raggiunge, per l’azione dello Spirito Santo, in maniera sempre nuova, illumina la nostra intelligenza, infonde vigore alla volontà, ci riempie di stupore e fa ardere il nostro cuore”, sottolinea il Pontefice.

Che poi racconta: “A volte addirittura irrompe in modo inaspettato. È stato così per me il 21 settembre 1953 quando, mentre andavo all’annuale festa dello studente, ho sentito la spinta ad entrare in chiesa e a confessarmi. Quel giorno ha cambiato la mia vita e le ha dato un’impronta che dura fino a oggi”.

“Però la chiamata divina al dono di sé si fa strada man mano, attraverso un cammino – prosegue -: a contatto con una situazione di povertà, in un momento di preghiera, grazie a una testimonianza limpida del Vangelo, a una lettura che ci apre la mente, quando ascoltiamo una Parola di Dio e la sentiamo rivolta proprio a noi, nel consiglio di un fratello o una sorella che ci accompagna, in un tempo di malattia o di lutto…La fantasia di Dio che ci chiama è infinita”. Inoltre, “la vocazione è ‘l’intreccio tra scelta divina e libertà umana’, un rapporto dinamico e stimolante che ha per interlocutori Dio e il cuore umano”.

Secondo papa Francesco, “la missione comune a tutti noi cristiani è quella di testimoniare con gioia, in ogni situazione, con atteggiamenti e parole, ciò che sperimentiamo stando con Gesù e nella sua comunità che è la Chiesa. E si traduce in opere di misericordia materiale e spirituale, in uno stile di vita accogliente e mite, capace di vicinanza, compassione e tenerezza, controcorrente rispetto alla cultura dello scarto e dell’indifferenza”.

Nella Chiesa, siamo tutti servitori e servitrici, secondo diverse vocazioni, carismi e ministeri – aggiunge -. La vocazione al dono di sé nell’amore, comune a tutti, si dispiega e si concretizza nella vita dei cristiani laici e laiche, impegnati a costruire la famiglia come piccola ‘chiesa domestica’ e a rinnovare i vari ambienti della società con il lievito del Vangelo; nella testimonianza delle consacrate e dei consacrati, donati tutti a Dio per i fratelli e le sorelle come profezia del Regno di Dio; nei ministri ordinati (diaconi, presbiteri, vescovi) posti al servizio della Parola, della preghiera e della comunione del popolo santo di Dio”.

“Lo Spirito del Signore risorto ci scuota dall’apatia e ci doni simpatia ed empatia, per vivere ogni giorno rigenerati come figli di Dio Amore ed essere a nostra volta generativi nell’amore – conclude Francesco -: capaci di portare vita ovunque, specialmente là dove ci sono esclusione e sfruttamento, indigenza e morte. Così che si allarghino gli spazi dell’amore e Dio regni sempre più in questo mondo”.

Author: La Fede Cattolica

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