San Leopoldo Mandic, la chiesa lo proclama protettore dei malati di tumore. Preghiamo



San Leopoldo Mandic, la chiesa lo riconosce protettore dei malati di tumore

San Leopoldo Mandic è stato ufficialmente riconosciuto dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, patrono dei malati colpiti da tumore. Il decreto della Congregazione è stato annunciato da Padova, dove ha sede il Santuario di San Leopoldo che ne conserva le spoglie, a ridosso della Giornata mondiale del malato (11 febbraio 2020).

A dare l’annuncio è stato il vescovo Claudio Cipolla, insieme all’ex generale dei cappuccini, fra Mauro Jöhri, a fra Flaviano Gusella, rettore del santuario padovano che ne conserva le spoglie

San Leopoldo Mandić

San Leopoldo Mandić, il frate cappuccino, confessore, testimone della riconciliazione e promotore dell’ecumenismo, già dai fedeli invocato per chiedere sostegno nella malattia, morto a causa di un tumore all’esofago, ora è ufficialmente patrono dei malati di tumori in Italia. A darne l’annuncio, dopo che la Congregazione per il culto divino e i sacramenti l’ha decretato, è stato il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, insieme all’ex generale dell’ordine dei cappuccini, fra Mauro Jöhri, a fra Flaviano Gusella, rettore del santuario padovano che ne conserva le spoglie, e a numerosi altri rappresentanti dei frati cappuccini e di quel comitato di medici padovani che diede inizio nel 2016 a una raccolta firme, giunta ora a circa 70mila.

Un iter complesso, che ha richiesto costante attenzione da parte dei cappuccini, sollecitati dalla forza della devozione popolare e che ha portato la Congregazione ad accogliere la “supplica” che da tanti fedeli arrivava, sostenuta dal placet del vescovo di Padova prima, dei vescovi del Triveneto e dei vescovi italiani successivamente (fu il cardinale Gualtiero Bassetti a darne conferma nel comunicato finale della 72° assemblea generale del 2018).

L’annuncio arriva per felice coincidenza, a ridosso della Giornata mondiale del malato, che vedrà domani la trasmissione della messa su Raiuno da una delle opere della carità e della vicinanza alla sofferenza più significative del territorio padovano e nazionale, l’Opera della Provvidenza Sant’Antonio di Sarmeola di Rubano (Pd), e nei giorni in cui Padova inaugura l’anno che la vede capitale europea del volontariato.

Una serie di coincidenze che sottolineano il valore della solidarietà e della vicinanza, quella vicinanza umana alla sofferenza che è propria della Chiesa, come ha sottolineato don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale di Pastorale della Salute: «Quando arriva la diagnosi di tumore la vita della persona e dei suoi familiari è sconvolta. È lì che c’è bisogno di una dimensione che va oltre la scienza, è quella della relazione. La persona malata vive un momento estremamente difficile, di particolare solitudine e la Chiesa nel momento della vulnerabilità si fa vicina ai malati. Non basta la terapia, c’è bisogno anche di vicinanza, di un sostegno relazionale. Ci piace immaginare che come la Chiesa si fa prossima al malato, così i malati possano trovare in padre Leopoldo una “figura accanto».

«Avere un patrono presso Dio – ha ricordato il vescovo Cipolla – significa che l’uomo nella sua fragilità ha comunque una grande possibilità di sentirsi sostenuto, anche da un intervento che viene da Dio, significa aprire una finestra di speranza là dove noi e le nostre forze non possono arrivare. Dove noi dobbiamo constatare il nostro limite, per Dio c’è ancora possibilità e questa è un’esperienza che arricchisce la nostra umanità».

Vicinanza è la parola delicata e immensa che rappresenta questa possibilità di ricorrere a san Leopoldo. Affidarsi al santo confessore è in qualche modo cogliere la vicinanza di Dio all’uomo in quello spazio di mistero e sapere che c’è “qualcuno” a cui affidare pensieri, paure e dolore: «è un segno che la santità parla ancora all’uomo» ha ricordato fra Mauro Jöhri; è avere la percezione «della vicinanza di Dio a ciò che noi sperimentiamo», ha sottolineato il ministro provinciale fra Roberto Tadiello, una vicinanza ai più fragili, come ha ricordato fra Flaviano Gusella, che sta alla base anche della nascita stessa dei Cappucini 500 anni fa.

PREGHIERA DEL MALATO

O caro san Leopoldo, tu hai sempre aiutato e consolato quanti ricorrevano a te nelle loro necessità spirituali e materiali. Animato da grande confidenza, anch’io ricorro a te, così ricco di benevolenza e generosità. Nella tua vita hai provato il turbamento e la fatica di vivere con il tumore: stammi vicino. Tu conosci la mia angustia e trepidazione: vieni in mio aiuto. Sorreggi la mia fede, rafforza la mia speranza, ottienimi la grazia di affrontare la sofferenza e le cure del mio male, superando positivamente questa prova. Intercedi presso il Padre affinché il mio cuore trovi la pace e la serenità vera. Fa’ che io possa, con animo riconoscente, ringraziare quel Dio misericordioso che tu stesso proclamavi “medico e medicina”.

– Gloria al Padre

PREGHIERA DEI FAMILIARI

O Signore, nostro creatore e salvatore, nella tua vita terrena e in san Leopoldo ti sei fatto vicino ai malati e agli sfiduciati. Guarda con bontà gli uomini, le donne e i bambini di ogni lingua, popolo e nazione che soffrono a causa del tumore. Ascolta la nostra preghiera e la supplica dei loro cari: san Leopoldo e la Beata Vergine Maria li visitino spiritualmente e seggano accanto a loro nelle lunghe ore di ospedale e nelle notti insonni.

O san Leopoldo, rivolgiamo anche a te la nostra supplica con il cuore colmo di tristezza e trepidazione per il/la nostro/a caro/a (…). Tu che hai consolato i molti che si accostavano al tuo confessionale e li affidavi alla Vergine Maria, “Parona Benedeta”, fa’ che nella grande preoccupazione per questa malattia fiorisca la gratitudine per la vita e la speranza che la salute ritorni.

Gloria al Padre

Author: La Fede Cattolica

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